L’ALPINO

Una grande croce, un altare, un piccolo campanile, il pennone per la bandiera ed un semplice monumento ai caduti. Grazie alla creatività di Guglielmo Bertarelli “el Duca”, artista noto alle montage lombarde, ed al lavoro tenace degli alpini della Valcamonica, il Montozzo – postazione della Grande Guerra recuperata dagli alpini camuni e da questi custodito, dove sono passati tra i tanti Cesare Battisti, Dante Belotti, Gian Maria Bonaldi (“La Ecia”) – si è arricchito di questi importanti manufatti che danno il segno dell’attenzione degli alpini ai valori religiosi e civili. La Sezione Vallecamonica ha voluto celebrare così, proprio al Montozzo, il suo annuale raduno ed il 90° anniversario della fine della Grande Guerra.

Sabato 30 agosto alla presenza di numerose autorità, a partire dal presidente Corrado Perona, dal comandante delle Truppe Alpine gen. Bruno Petti, dall’on. Caparini (salito al Montozzo di corsa!), dal presidente della Provincia di Brescia Cavalli,dal presidente del Parco Nazionale dello Stelvio sino al past presidente Beppe Parazzini ed ai sindaci dell’Alta Valcamonica, S.E. il cardinale Giovanni Battista Re ha benedetto i nuovi manufatti e celebrato una S. Messa in suffragio di tutti i Caduti. Cerimonia semplice e toccante, benedetta da un sole caldo e splendente e interventi di alto livello: del comandante delle Truppe Alpine, che ha insistito sulla necessità di tornare in questi luoghi per nutrire lo spirito di ragazzi in armi; del presidente della Provincia di Brescia che ha sottolineato, con evidente soddisfazione, il legame fortissimo tra le terre bresciane e le penne nere che da sempre si sono poste come custodi di una storia fatta di valori altissimi che tuttora procede con l’incondizionata disponibilità nei confronti della comunità. Particolarmente ispirato il discorso del nostro presidente nazionale Perona (che potrete ascoltare integralmente sul nostro portale ANA.IT – nella sezoione “sui sentieri della storia” dell’area “download – multimedia”) che partendo dalla Grande Guerra e dai suoi valori, sui quali si è fondata e forgiata la nostra Associazione, si è spinto ad importanti cosiderazioni sull’attualità del messaggio associativo e sulla necessità di diffonderlo nella società con concretezza e tenacia, doti che agli alpini non sono mai mancate. “La durezza e la purezza dell’alpino non possono portare alla chiusura dell’Associazione! ha detto il Presidente Nazionale, “saremo duri e puri solo se sapremo continuare a trasmettere la nostra cultura, una cultura che non dovrà finire mai, altrimenti i nostri caduti saranno morti invano…”

Al termine dell’intervento la commozione dei presenti si è liberata in un lunghissimo applauso di condivisione.

Firmato:(c.l.) L’ALPINO  N. 9 – 2008 Ottobre  Mensile dell’A.N.A.